La mostra LA MACCHINA si articola come un mosaico atipico del lavoro di 2501 organizzato in diversi piani narrativi ed espositivi: le installazioni declinate nelle forme di sculture e prototipi, i dipinti su tela e su carta, la performance. Le opere, realizzate negli ultimi tre anni, sono state concepite come altrettanti tasselli del progetto Nomadic Experiment ancora in corso.
Il percorso espositivo si interroga sulle modalità con le quali il mezzo pittorico si sviluppa in base all’interazione fra l’uomo e la macchina, presupposto che permette di lavorare su due canali antitetici, facendo incontrare gli opposti: naturale e sintetico, analogico e digitale, lineare e circolare.
Le installazioni presentano vari modelli della Macchina, meccanismi sviluppati in collaborazione con recipient.cc e composti da rulli che fanno ruotare in modo meccanico dei nastri di carta su cui l’artista e il pubblico hanno dipinto (in passato e in altri luoghi, ma sempre in tempo reale) seguendo il movimento in loop generato dalla Macchina stessa.
Andando oltre gli aspetti fisici e strutturali della mostra, ciò che emerge dal dispiegarsi delle diverse installazioni è che non sono affatto “rappresentazioni”. Non rimandano a una teoria al di fuori di esse, né veicolano significati simbolici. Si tratta
piuttosto di “modelli” che esprimono appieno il desiderio della scultura e della pittura di essere utilizzata e realizzata, e sembrano riproporre sotto una nuova forma inclusiva e aperta all’imprevisto la possibilità di incidere la realtà attraverso il progetto nella sua totalità.
Questo allargamento di prospettiva, in direzione sia dell’ambito scultorio sia del pubblico, non è tanto dovuto all’interesse di tradurre il “reale” in immagini pittoriche, bensì intende mostrare allo spettatore come delle forme, dei meccanismi e dei suoni creino un nuovo spazio visuale. La scelta di servirsi di una quantità di tecniche diverse – scultura, sperimentazione sonora, pittura e performance – risponde alla necessità di mescolare questi impulsi con l’esperienza tra il pubblico e l’azione generativa del processo artistico.
Durante l’inaugurazione del 24 settembre si svolgerà una performance live set, intesa come sintesi e punto di arrivo della progressione dei contenuti e delle tecniche presenti in mostra, permetterà alle linee, alle texture e ai segni prodotti da un prototipo di Macchina realizzata specificatamente per il museo di Lissone di dialogare con suoni di una batteria e di un sintetizzatore analogico modulare doepfer.”
A. Zanchetta
“The exhibition LA MACCHINA is articulated as an atypical mosaic of 2501’s work organized in different narrative plans: installations as sculptures and prototypes, paintings on paper, performance. These works have been designed over the past three years as part of the ongoing Nomadic Experiment project.
The exhibition questions how the medium of painting is developed on the basis of interaction between man and machine, an assumption that allows to work on two antithetical channels, bringing opposites together: natural and synthetic, analog and digital, linear and circular.
Installations present various models of La Macchina, developed in partnership with recipient.cc, on which the artist and the public have painted (in the past and in other places, but always in real time) following the movement in Loop generated by the machine itself.
Going beyond the physical and structural aspects of the show, what emerges from the installations is that they are not “representations.” Do not lead to a theory outside of them, nor convey symbolic meanings.
They are instead “models” that fully express a desire of sculpture and painting to be used and developed, and seem to reproduce in a new form inclusive and open to the unexpected possibility to influence reality through the project in its entirety.
This broadening of perspective both to sculptural aim and the public is not so much due to the interest of translating the “real” in pictorial images, but to show the viewer how the structures, mechanisms and sounds create a new visual space.
By using a number of different techniques sculpture, sound, painting and performance these impulses are mixed with the experience between the audience and generative action of the artistic process.
At the opening on 24th September a live performance set, conceived as a synthesis of progression of content and techniques in the exhibition, will take place in order to enable lines, textures and signs produced by a prototype machine built specifically for the Lissone Museum of dialoguing with sounds of a battery and a modular analog synthesizer Doepfer.”
A. Zanchetta